Paola Rattazzi “TRA.ME Paesaggi interiori” ASTI – Palazzo Ottolenghi

Galleria / Exhibitions gallery

Asti-2014-evento31 maggio – 22 giugno 2014
con il Patrocinio del Comune e della Fondazione Palazzo Mazzetti di Asti

La personale di Paola Rattazzi “TRA.ME Paesaggi interiori”, curata da Paolo Infossi, è la terza delle sette mostre di arte contemporanea previste nell’ambito della rassegna “Crêuza de mä. Mulattiere d’arte e di confine” organizzate in concomitanza della mostra Asti nel Seicento, l’importante evento culturale allestito a Palazzo Mazzetti.

“Si può arrivare all’arte in molti modi: seguendo la strada maestra del sublime classicismo oppure scendendo la crêuza fino al mare. La crêuza è la stradina che fende, spesso in modo verticale, le colline liguri e che delimita i confini di proprietà, ma i genovesi la usano anche per descrivere le stradine urbane in acciottolato, che in italiano si chiamano mulattiere di mare. La crêuza è anche un fenomeno meteorologico – quando il mare non è calmo e si creano refoli e piccoli vortici di vento che producono curve che sembrano sentieri, i marinai di Genova dicono: “U ma u fa e crêuze”, il mare fa le strade.
Palazzo Ottolenghi ospiterà sulla sua crêuza, nei prossimi mesi, sette artisti che impastano l’arte con mani e occhi differenti, facendo tesoro degli insegnamenti classici, ma rivisitando in modo originale. In quel triangolo che racchiude Piemonte, Lombardia e Liguria tracciano basi e altezze con il righello della modernità e di chi vuole unire i confini delle diverse espressioni artistiche, tra pitture, sculture, ceramiche, disegni e installazioni. Fotografano tutti la realtà, ma con un taglio di luna particolare, fedeli al comandamento di chi crede che il quotidiano si racconti meglio alterandone i lineamenti e non ricostruendone l’identikit.
Muoversi tra le loro opere sarà come arrivare al mare in modo inconsueto, lontano dall’asfalto e dalle rotte abituali.”
Massimo Cotto – Assessore alla Cultura

31 maggio – 22 giugno 2014
Palazzo Ottolenghi
Corso Alfieri, 350 – 14100 ASTI

Inaugurazione: Sabato 31 maggio, ore 18:00

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Si inaugura sabato 31 maggio a Palazzo Ottolenghi, con il Patrocinio del Comune e della Fondazione Palazzo Mazzetti di Asti, la terza delle sette mostre di arte contemporanea previste nell’ambito della rassegna “Crêuza de ma. Mulattiere d’arte e di confine”, organizzate in concomitanza della mostra “Asti nel Seicento”, l’importante evento culturale allestito a Palazzo Mazzetti.

Protagonista di questo appuntamento è il progetto di Paola Rattazzi “TRA.ME Paesaggi interiori”, una mostra curata da Paolo Infossi. Un’ampia rassegna, che raccoglie una quarantina di opere tra dipinti e sculture, dove l’artista affronta il tema del rapporto dell’individuo con la sua terra di origine; dalle tradizioni popolari ai legami affettivi, gli intrecci che compongono la trama di un “vissuto”.

Nei suoi quadri, Paola Rattazzi, sovrappone vari strati di materia e di colore, così come i ricordi e le emozioni si sedimentano in noi. Nascono così i suoi paesaggi, i campi coltivati, i frutteti, opere di notevole sensibilità lirica che intendono rappresentare il riavvicinamento alle sue radici, attraverso il recupero della memoria come patrimonio primordiale, l’inesauribile fonte a cui attingere per mantenere un contatto, aprendo un varco, tra passato e presente. I suoi lavori si collocano nel ricordo che ci lega al nostro territorio e alle relazioni che in quei luoghi sono nate e si sono consumate.

Scrive Paolo Infossi: «… Sono paesaggi reali o immaginari, luoghi e non luoghi, raccolti in impressioni che riflettono le sue profonde emozioni cogliendone il senso, il riflesso, il respiro, l’attimo. In questi lavori il paesaggio e l’anima, sono strettamente legati, connaturati. Intimamente legati come s’incontra di rado nel lavoro di un artista. Anima e paesaggio, descritti con toni avvolgenti e coinvolgenti. Parlano della natura, catturandone gli elementi sostanziali, per svelare un ambiente ideale, un paesaggio affettivo, che diviene anche “casa” …»

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Orari:
da martedì a domenica dalle 10.30 alle 19.30
(ultimo ingresso 18.30)
giorni festivi sempre aperto
lunedì chiuso (ad eccezione del 2 giugno)

Ingresso libero

TRA.ME paesaggi interiori

2014_opere

“Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”
Cesare Pavese

Più volte, nella mia ricerca artistica, mi sono trovata ad affrontare il tema della memoria. Lo mnemone (gr: μνήμων, colui che ricorda o colui che rammenta) era una figura alla quale era demandato il compito di ricordare il passato, “registrandolo” nella propria memoria.

Inizialmente i paesaggi che dipingevo facevano da depositari di questa “memoria storica”, lavoravo la tela così come il contadino lavora la terra: scavando nel colore alla ricerca delle mie radici, solcando lo stucco per lasciare una traccia del mio passaggio.

Ora la mia ricerca affronta il tema del rapporto tra la terra e l’uomo; delle tradizioni popolari, delle usanze, dei legami affettivi e degli intrecci relazionali che creano la trama di cui è composto il nostro “vissuto”, il tessuto di cui siamo fatti.
Ed è così che i paesaggi, i campi coltivati, i frutteti dei miei quadri diventano forme e spazi ricamati con morbide linee, minuscoli segni, germogli e alberi come decorazioni di questa trama.
Lavoro la tela sovrapponendo strati di materia e di colore, così come i ricordi e le emozioni si sedimentano in noi andando a costituire la struttura del nostro essere; accavallo linee e tratti così come i fili dell’ordito si intrecciano nel telaio per completare la tessitura.

In particolar modo mi concentro sull’albero inteso come simbolo di vita in continua evoluzione, addentrandomi silenziosa nel sottobosco, quasi ad avvertirne la corrente rigeneratrice. Alberi in ascensione verso il cielo, alberi a foglie caduche che evocano un ciclo, poiché si spogliano e si rivestono ogni anno delle loro foglie, foglie come messaggi da decifrare, cortecce su cui leggere la nostra storia…
Ma l’albero è anche famiglia (albero genealogico), è radicamento alla terra, è appartenenza ed è casa, intesa non soltanto come luogo fisico ma prima di tutto come luogo di memorie e spazio mentale: a livello psicologico va a costituire le fondamenta stesse della vita di un individuo, la sua integrità.

Questo percorso vuole essere il riavvicinamento dell’uomo alle proprie radici attraverso il recupero della memoria come patrimonio primordiale, che rappresenta la fonte a cui attingere per aprire varchi tra il passato e il presente. Il mio lavoro si colloca nel ricordo che ognuno di noi lega al proprio territorio e alle relazioni che in quei luoghi sono nate e si sono consumate.