
STORIA ALLEGRA DI UN PAESE INVENTATO

APPUNTI DI UN SOGNATORE

CONTERÒ LE STELLE

MESSER LILLOBECCO E LA BAMBINA CHE VOLEVA VOLARE

QUEL CHE RESTA DEI SOGNI

LA DIMORA DEL SOGNATORE

LA PORTA DEI SOGNI

POEMETTO DELLA VOLPE

THE DEER’S TALE

IN THE GOLDEN AFTERNOON
Il sogno è la manifestazione psichica che consente di percepire delle immagini e dei suoni, interpretati e vissuti come istanti reali. Emozioni e ricordi che si fondono casualmente in un linguaggio che, molto spesso, non ha un filo logico apparente.
Un mezzo per realizzare dei desideri inappagati, per conoscere le fantasie rimosse dalla coscienza o soltanto un evento ingannevole teso a preservare dei modelli comportamentali?
I sogni, probabilmente, soddisfano raramente i desideri, ma contengono comunque dei “messaggi” che riaffiorano dall’inconscio per evidenziare eventuali conflitti interiori. Essi possono assumere un ruolo di linea guida, compensare la monotonia con l’armonia, scaricare tensioni e fastidiosi pensieri.
L’esperienza onirica è un’attività del pensiero che appartiene all’essere umano sin dai tempi più remoti e, una pittura realizzata all’interno del complesso delle caverne di Lascaux, potrebbe anche essere considerata come la rappresentazione di un sogno. In questa scena propiziatoria, l’anonimo artista del Paleolitico, descrive la caccia ad un impressionante Uro o altri giganteschi animali. Un’immagine simile ad un “sogno ad occhi aperti”, un disegno realizzato con la memoria. E c’è senz’altro una precisa relazione tra il ricordo e il sogno, la base di partenza è sempre la memoria.
Anche la porta è un simbolo antico e misterioso, un confine che delimitava, presso molte culture, uno spazio sacro. Attraverso una porta, si supera una soglia, si entra in una nuova dimensione. Così si esprime Penelope, rivolgendosi a Ulisse, nel XIX canto dell’Odissea di Omero: «… Due, sono le porte dei sogni inconsistenti: una è di corno, l’altra d’avorio: quelli che vengono fuori dal candido avorio, avvolgon d’inganni la mente, parole vane portando; quelli invece che escon fuori dal lucido corno, verità li incorona, se un mortale li vede …».
di Paolo Infossi
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